Ed eccoci qui, sono riuscito a mantenere il buon proposito e non ho fatto passare altri 4 mesi dall’ultimo post, qui “sull’amichevole blog di quartiere”.
Stavo pensando, che potrebbe diventare una sorta di diario delle mie avventure ed esperienze fotografiche da condividere con voi.
Oggi vi vorrei parlare di un lavoro fotografico, che ho avuto il piacere di svolgere qualche giorno fa.
Per chi mi segue su Facebook e Instagram, avrete già visto qualche scatto condiviso, sia nelle storie che nel feed e saprete già di cosa vi sto per parlare, ovvero della mia fantastica esperienza con l’orchestra dell’UniMi di Milano.
Ho avuto il piacere e onore di poter stare una giornata con loro, scattando la mattina durante le prove e nel tardo pomeriggio durante il concerto vero e proprio.
Scattare in questo tipo di eventi non è semplicissimo, bisogna tenere conto che non si può usare il flash per non disturbare i musicisti ed il pubblico, quindi bisognerà conoscere bene la propria fotocamera ed alzare gli ISO. Altra difficoltà da non sottovalutare, sono le prospettive ristrette e limitate. Prima di iniziare a muovervi e scattare, questo vale anche per altre situazioni analoghe, parlate sempre con qualcuno di riferimento e informatevi bene dove vi potete muovere liberamente e quali sono le zone off limits, dove potreste recare disturbo durante il vostro lavoro.

Per questo genere di eventi, se in vostro possesso vi consiglio di usare un 70-200 F2.8, obiettivo molto luminoso, che vi permetterà di fare praticamente tutto, forse ad esclusione delle poche foto con l’intera orchestra, dove sarà più indicato un 24-70 F2.8.
Se nel vostro corredo al momento non disponete di un 70-200 come me, non vi disperate è possibile portare a casa lo stesso il lavoro, ma con qualche difficoltà in più usando per esempio, come nel mio caso un 24-120mm F4. Ammetto che durante le prove ho utilizzato anche il 24-70 e il 105mm F2.8, ma nel concerto ho preferito usare solo il 24-120, nonostante sia meno luminoso. Questo sia per non perdere tempo nel cambio ottica, ma anche perché era la lente che mi ha permesso di isolare più facilmente i soggetti e concentrarmi sui dettagli, che personalmente a me piacciono molto. Con un 70-200 sicuramente l’impatto su questi ultimi sarebbe stato maggiore e con uno sfocato più inciso. Si fa quello che si può, con quello che si ha e si cerca di tirare fuori il meglio con i propri mezzi a disposizione, soprattutto non sempre serve attrezzatura super costosa e di ultima generazione per fare un buon lavoro.

Un’altra difficoltà di cui vi ho accennato prima, sono le zone in cui si può scattare, che limiteranno molto le vostre composizioni e sarete costretti a fare foto viste e riviste. Il mio consiglio quindi sarà di concentrarvi sui dettagli, come accennato poco fa o su effetti creativi. Per esempio, da amante delle lunghe esposizioni ho voluto provare a farne qualcuna in momenti frenetici, per dare un senso dinamico e artistico alla scena. Mi raccomando, per esperimenti di questo genere portatevi un cavalletto e non fate come il sottoscritto che lo aveva lasciato a casa dicendo: “tanto non mi servirà!”, e aggiungendo ulteriori difficoltà.
Devo dire che il risultato dato dagli scatti con tempi lunghi mi è piaciuto molto e a mio parere, questo nell’immagine a lato è uno degli scatti più riusciti e originali.


Molto importante e non da sottovalutare, sarà anche la fase di sviluppo dei file RAW e di riduzione del rumore digitale.
Partiamo dal presupposto, che questo punto sarà soggettivo o meglio:
1) Dipenderà da quanto regge gli ISO alti la vostra macchina fotografica e quindi dagli ISO usati.
2) Dal vostro gusto personale e ovviamente quello del cliente. Personalmente a me non piacciono le foto dove si vede la grana degli ISO, le preferisco belle nitide, ma non è così per tutti. C’è a chi piace il rumore che si crea dando una sorta di effetto vintage. (Perdonatemi ho ripetuto 800 volte ISO, ma non credo esistano sinonimi).
Nello specifico per questo lavoro ho usato una Nikon D850, usando valori tra i 3200 fino ad un massimo di 6400 ISO.
In camera RAW è possibile gestire molto bene e in modo soddisfacente la grana andando a lavorare sul pannello “Dettagli”, in particolare nella voce “Riduzione disturbo”, mi raccomando non eccedete usando valori troppo alti, rischierete di avere un risultato artefatto e poco naturale con immagini “velate”.
Per concludere, devo dire che è stata una bella esperienza lavorativa e stimolante, l’unica pecca è stata che ero talmente nel mio mondo e preso a fotografare, che non mi sono gustato l’ottima musica.
Vi rimando alla pagina “Eventi” del mio sito per la galleria completa del concerto e ci vediamo al prossimo post qui sull’amichevole blog di quartiere, buona luce a tutti!